logo

Select Sidearea

Populate the sidearea with useful widgets. It’s simple to add images, categories, latest post, social media icon links, tag clouds, and more.
hello@youremail.com
+1234567890

Tiscali News – 27 dicembre 2017

Robot sotto stress hanno paura e aguzzano l’ingegno

 

Per gli esperti non ci sono dubbi: “L’intelligenza artificiale trasformerà l’economia e la società così come hanno fatto in passato l’avvento dell’elettricità e la macchina a vapore”

 
TiscaliNews
Sotto pressione e stress, anche i robot posso avere paura, come l’uomo, e diventare così più intelligenti. Le emozioni infatti aguzzano l’ingegno e possono rendere le macchine più efficienti, come dimostra la simulazione che ha indotto la nascita di emozioni in un sistema di intelligenza artificiale. Pubblicato sulla rivista Plos One, l’esperimento è stato condotto fra Gran Bretagna e Italia, nell’università Federico II di Napoli. Studiando il modo in cui, nel corso dell’evoluzione, gli animali hanno imparato a gestire la paura e a prendere le giuste decisioni in situazioni di stress, i ricercatori hanno riprodotto in un sistema di intelligenza artificiale una condizione analoga a quella di un animale che rischia di incontrare predatori mentre esplora un territorio alla ricerca di cibo. Ispirato ai circuiti neurali del cervello umano, il sistema ha permesso di osservare come si evolve la capacità di gestire situazioni rischiose in una popolazione di robot virtuali.
 
Intelligenza artificiale sceglie di evitare il rischio
Si è visto così che per reagire a uno stimolo pericoloso, il sistema di intelligenza artificiale sceglie di evitare il rischio, elaborando un comportamento di allontanamento: ”è un comportamento primordiale associato alla paura e che emerge in automatico sia negli animali che nell’uomo”, ha detto Orazio Miglino, che dirige il laboratorio Natural and Artificial Cognition (Nac) dell’Università Federico II. Tuttavia, ha aggiunto ”nell’uomo c’è anche una seconda fase di elaborazione per capire che cosa sia successo. Diciamo che i nostri robot si fermano alla prima risposta”. Con il Nac e il Prisma Lab (Projects of Robotics for Industry and Services, Mechatronics and Automation), che per esempio ha costruito il robot pizzaiolo, l’università di Napoli è una delle eccellenze italiane nella ricerca sui robot. Con questo esperimento, al quale hanno partecipato anche Michela Ponticorvo e Onofrio Gigliotta, è anche una delle prime a testare la nascita delle emozioni e la sua evoluzione nel comportamento delle macchine intelligenti e come ciò, ha osservato Miglino ”possa influire sulle loro prestazioni”
 
In futuro robot più intelligenti
Il risultato potrebbe contribuire a ottenere robot più intelligenti, perché, ha rilevato Daniela Pacella, del Nac e dell’università di Plymouth, ”le emozioni sono fortemente connesse a memoria, decisioni, motivazione e sopravvivenza”. Il test ha implicazioni anche per l’uomo: una rete neurale artificiale in grado di isolare i circuiti emotivi dalle altre funzioni cognitive potrà aiutare a identificare le aree del cervello implicate nella genesi della paura.
 
Intelligenza artificiale importante come l’avvento dell’elettricità
Intanto, con un articolo pubblicato sulle pagine della rivista Science, l’economista Erik Brynjolfsson (del Massachusetts Institute of Technology – Mit) e l’informatico Tom Mitchell (della Carnegie Mellon University), provano a delineare i compiti in cui l’intelligenza artificiale potrà affiancare oppure sostituire l’uomo. Secondo gli esperti non ci sono dubbi sul fatto che i computer capaci di apprendere in maniera automatica trasformeranno l’economia e la società così come hanno fatto in passato l’avvento dell’elettricità e la macchina a vapore. “Anche se le conseguenze economiche dell’apprendimento automatico sono ancora relativamente limitate e la ‘fine del lavoro’ spesso preannunciata non è ancora imminente – scrivono i due esperti – le implicazioni per l’economia e la forza lavoro in futuro saranno profonde”. “Sarà un vero cambio di paradigma, ma in positivo”, aggiunge Filippo Cavallo, esperto di robotica sociale della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
 
Presto nasceranno nuove professionalità
“L’intelligenza artificiale ci potrà sostituire in alcune mansioni, ma si creeranno nuovi lavori e nuovi servizi che ancora non riusciamo a immaginare”. Resta difficile prevedere come evolverà lo scenario e chi saranno i vincitori e i vinti. L’intelligenza artificiale potrà esprimersi al meglio nei compiti che possono essere automatizzati e che non richiedono mobilità o particolari abilità fisiche, così come nelle attività che impongono di prendere decisioni rapide sulla base di grandi moli di dati. Per averne un’idea, basti pensare al sistema di intelligenza artificiale dell’Università di Stanford che nei mesi scorsi, dopo aver studiato migliaia di immagini, ha dimostrato di poter riconoscere i tumori della pelle con la stessa accuratezza dei dermatologi più esperti. Questo, sottolineano i due autori dell’articolo, non significa che i medici abbiano le ore contate, anzi: con le nuove tecnologie, “i dermatologi potranno migliorare, ricavando più tempo per i pazienti”, scrive Mitchell. “Le professioni che prevedono interazioni interpersonali aumenteranno di valore, perché non possono essere completamente automatizzate”.
 
LEGGI ARTICOLO SU TISCALI NEWS